Anidride carbonica (CO2) nelle scuole, nelle case e nei luoghi di lavoro
Che cos’è la CO2 e qual è la sua origine
La CO2 è un gas incolore, inodore, non percepibile dai nostri sensi e presente nell’aria che respiriamo ogni giorno.
L’Anidride carbonica si forma a causa di molteplici fattori tra cui la combustione legata al riscaldamento e il naturale processo di respirazione dell’uomo e di tutti gli esseri animali.
Per questo motivo tende a crescere e a superare i livelli raccomandati dall’OMS negli ambienti chiusi dove sono presenti più persone.
Secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a prescindere dalla pandemia da Covid 19, il 23% dei decessi nel mondo è legato alla permanenza in ambienti malsani.
La CO2 è un gas incolore, inodore, non percepibile dai nostri sensi e presente nell’aria che respiriamo ogni giorno.
L’Anidride carbonica si forma a causa di molteplici fattori tra cui la combustione legata al riscaldamento e il naturale processo di respirazione dell’uomo e di tutti gli esseri animali.
Per questo motivo tende a crescere e a superare i livelli raccomandati dall’OMS negli ambienti chiusi dove sono presenti più persone.
Secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a prescindere dalla pandemia da Covid 19, il 23% dei decessi nel mondo è legato alla permanenza in ambienti malsani.
Quando il valore della CO2 supera la soglia consentita dall’OMS
La norma europea EN ISO 16000-1 supporta la ricerca di soluzioni efficaci al problema dell’inquinamento dell’aria. Infatti ha come obiettivo quello di aiutare la pianificazione del monitoraggio dell’inquinamento in ambienti confinati.
L’anidride carbonica ha un ruolo fondamentale per l’inquinamento indoor: rappresenta un buon indicatore generale della qualità dell’aria dal momento che il suo livello aumenta in modo proporzionale a tutti gli altri agenti inquinanti.
L’eccesso di CO2 deve essere eliminato e ciò avviene normalmente attraverso la respirazione: ad ogni atto respiratorio gli alveoli polmonari fanno entrare l’ossigeno dell’aria nel sangue e restituiscono all’aria l’anidride carbonica in eccedenza. Quando la funzione respiratoria è compromessa da uno stato di malattia polmonare, i polmoni non riescono ad eliminare tutta l’anidride carbonica che dovrebbero far fuoriuscire.
In questo caso si parla di insufficienza respiratoria.
La gravità dei sintomi che derivano da un’eccesso di CO2 dipende da quanto quest’ultima aumenti nel sangue e dal tipo di patologia cronica di cui soffre la persona in questione.
In genere, piccole concentrazioni di CO2 nel sangue non determinano alcun danno alla salute perché vi è un graduale adattamento dell’organismo a questa condizione.
I problemi insorgono quando i livelli di CO2 sono molto elevati e i sintomi che potrebbero manifestarsi comprendono senso di stordimento, stanchezza, mal di testa, insufficiente reazione agli stimoli fino a gravi problemi respiratori.
CO2 e Covid19
I livelli di CO2 estremamente elevati favoriscono la diffusione dei virus.
Di recente c’è stata una crescente evidenza del fatto che il virus SARS-CoV-2 può essere facilmente trasmesso dagli aerosol esalati da una persona infetta con particelle rilevate nell’aria anche diverse ore dopo.
Il monitoraggio della CO2 nelle scuole potrebbe essere di grande aiuto rispetto al controllo dei contagi negli ambienti confinati condivisi: dotare le aule scolastiche di sensori di anidride carbonica potrebbe fornire un’indicazione tempestiva su quanto sia satura l’aria indoor.
Le scuole sono il primo luogo in cui occorre operare per calcolare le emissioni di CO2, monitorare la qualità dell’aria e valutare i potenziali rischi per tutelare l’infanzia e il comfort degli studenti.
L’introduzione sistematica di sensori appositi risulta essere la soluzione più sicura su come ridurre la CO2 per garantire una buona qualità dell’aria.
L’installazione di tali strumenti sensibilizzerebbe la popolazione riguardo a questo approccio e ne faciliterebbe un più ampio uso anche in altri settori, ad esempio nei ristoranti, negli alberghi, nelle biblioteche comunali, nelle case di cura, nelle palestre, nelle piscine comunali, nei palazzetti sportivi e così via.
Arieggiare l’ambiente non è la soluzione
Abbiamo sempre ritenuto che aprire le finestre fosse una buona abitudine, in realtà non è esattamente la cosa più giusta da fare per assicurarsi di respirare aria sana.
Quando apriamo le finestre il nostro intento è quello di fare uscire l’aria inquinata per ricambiarla con quella ”nuova” dell’esterno. Ma ciò che potrebbe accadere è l’ingresso di particelle nocive che, unendosi all’aria indoor, formano un agglomerato rischioso per gli occupanti che lo respirano.
Inoltre, se apriamo le finestre troppo spesso, dobbiamo fare i conti con l’umidità che potrebbe creare spore di muffa e con il dispendio energetico.
Rimedi per prevenire e contrastare il problema
Misurare costantemente la concentrazione della CO2 nell’aria può portare a te e alle persone che ti stanno intorno (familiari in ambiente domestico o colleghi in ufficio) non pochi benefici tra cui una maggiore qualità dell’aria respirata, quindi maggiore salute e benessere, un risparmio dei consumi energetici (evitando dispersione di calore in inverno e di aria climatizzata in estate) e la possibilità di controllare altri fattori fondamentali per la qualità dell’aria respirata (come l’umidità).