Palestre e palazzetti sportivi: garantire aria salubre agli atleti e ai tifosi

Salute

Perchè è importante monitorare la qualità dell’aria nello sport?

L’inquinamento indoor rappresenta un problema attuale a livello globale ma è solo dopo la pandemia da Covid 19 che questa tematica  ha iniziato a ricevere l’attenzione che gli spetta.

Nel marzo 2020 a causa del lockdown, ci siamo rinchiusi nelle nostre abitazioni e questa condizione forzata ci ha reso più suscettibili e interessati alla qualità dell’aria interna.

In breve tempo il focus si è spostato sull’importanza di ciò che respiriamo nei luoghi indoor che fanno parte della nostra quotidianità: gli ambienti condivisi con altre persone, siano essi familiari, studenti, colleghi di lavoro o compagni di squadra.

Respirare è un’attività che compiamo in modo naturale e automatico. 

E’ un’attività che facciamo senza sforzo e che diamo per scontata. Non ci preoccupiamo di quanti litri di aria inaliamo e di quali siano gli inquinanti che ingeriamo attraverso la respirazione.  

Siamo abituati alla parola ‘’inquinamento’’ ma questo termine rimanda immediatamente i nostri pensieri all’aria malsana delle città industrializzate.

La verità però è tutt’altra e i dati scientifici lo dimostrano: l’aria all’interno di ambienti chiusi può essere fino a 10 volte più inquinata di quella all’aperto.

Da sempre ci viene insegnato che respirare l’aria pulita e fresca della natura giova al nostro benessere; allo stesso modo sappiamo che il fumo dello smog e le polveri del traffico danneggiano gravemente la nostra salute.

Presi dalla freneticità delle nostre vite, non ci rendiamo conto che il 90% delle nostre giornate lo trascorriamo in spazi chiusi  e trattandosi di luoghi a noi familiari ci sentiamo protetti e invulnerabili.

Tendiamo quindi a non ci preoccuparci della qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno finendo per trascurare le pesanti conseguenze.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno 7 milioni di persone muoiono prematuramente per malattie attribuibili all’inquinamento indoor e tra i soggetti più colpiti purtroppo, rientrano i più piccoli.

Sport e inquinamento indoor: i rischi per gli sportivi

L’allenamento è da sempre una delle cose migliori che possiamo fare per rimanere in salute.

Svolgere una regolare attività fisica favorisce uno stile di vita sano con notevoli benefici sulla salute delle persone. 

Tuttavia, quando la qualità dell’aria è scarsa, l’allenamento può comportare non pochi rischi per la nostra salute.

Quando iniziamo un programma di allenamento o uno sport in generale iniziamo a prestare maggiore attenzione a come trattiamo il nostro corpo osservando ciò che mangiamo, bevendo più acqua e cercando di dormire di più. 

Evitare l’esposizione all’inquinamento dell’aria potrebbe non essere ancora in quella lista ma dovrebbe rientrarci.

Inaliamo circa 12 mila litri di aria quotidianamente e così come controlliamo e ci preoccupiamo della qualità del cibo e delle bevande che introduciamo nel nostro corpo, l’attenzione dovrebbe essere altrettanto accentuata anche nei confronti dell’aria che si respira.

Durante l’attività fisica inspiriamo più profondamente e più velocemente, portando più aria nei polmoni rispetto a quando siamo a riposo. Se ci alleniamo in un ambiente con una scarsa qualità dell’aria , questo può significare anche che stiamo respirando inquinanti a un ritmo più veloce.

In aggiunta, dobbiamo considerare che la maggior parte delle persone tende a respirare con la bocca quando si esercita. Mentre il naso è in grado di filtrare alcune delle particelle inquinanti più grandi prima che raggiungano i polmoni, la bocca non può.

Questi due fattori possono portare a un aumento del livello di sostanze inquinanti che penetrano nell’organismo dalle vie aeree soprattutto quando l’allenamento avviene in uno spazio con una bassa qualità dell’aria, sia all’aperto che al chiuso.

Una singola esposizione ad alti livelli di inquinamento può peggiorare la performance e pregiudicare la qualità dell’allenamento ma esposizioni ripetute potrebbero portare conseguenze molto più serie per la salute.

I problemi di salute associati all’inalazione di aria malsana per un periodo prolungato possono comprendere  mal di testa, irritazione cutanea, danni alle vie respiratorie, aumento del rischio di sviluppare asma o di peggiorarla nel caso sia già una patologia esistente, fino all’aumento del rischio di infarti, ictus e morte per tumore polmonare o malattie cardiovascolari.

Allenarsi in sicurezza in spazi chiusi e condivisi

Alcuni ricercatori dell’Università di Lisbona e della Technical University di Delft in Olanda hanno effettuato uno studio e controllando la qualità dell’aria nelle sale pesi e nelle sale per i corsi delle palestre di Lisbona. 

Dai risultati è emerso che, nelle ore di maggiore affluenza, la concentrazione di agenti inquinanti dannosi per la salute, in particolare polveri sottili, anidride carbonica, formaldeide e COV supera di gran lunga i valori limite fissati a livello nazionale.

L’aria nelle palestre in cui ci alleniamo potrebbe essere inquinata e pericolosa.

Negli spazi chiusi in cui sono presenti tante persone che svolgono attività fisica, l’alta concentrazione nell’aria di agenti inquinanti è dovuta principalmente al sollevamento in aria di polveri e particelle con lo spostamento e il movimento delle persone; al rilascio in atmosfera tramite la respirazione, più intensa durante l’esercizio fisico rispetto ai momenti di riposo, di una grande quantità di particelle e microbi aerotrasportati.

Inoltre, durante l’allenamento si è maggiormente esposti agli inquinanti, virus compresi, perchè si inspira più a fondo, spesso con la bocca più che con il naso, consentendo agli inquinanti di penetrare in profondità nei polmoni ed evitare la filtrazione del naso e non è possibile utilizzare la mascherina.

 

Perché arieggiare e igienizzare non è sufficiente

Come in tutti gli spazi chiusi, anche nelle palestre, aprire porte e finestre aiuta a migliorare la qualità dell’aria interna.

Ma quanto tempo occorre per assicurare un’adeguato ricambio di tutti i locali?

Difficile determinarlo con esattezza, in base al volume e all’affollamento del locale, al grado di apertura delle finestre, alla presenza di vento o di correnti d’aria, può essere infatti necessario più o meno tempo.

Occorre tenere in considerazione anche altri parametri quali temperatura e umidità per mantenere un clima confortevole durante l’allenamento.

L’IFA (Internationa Fitness Association) raccomanda una temperatura compresa fra i 18 e i 20 °C per le aree dedicate alle attività aerobiche, cardio, pilates e allenamento con pesi, e fino a 26 °C per le sale yoga. Mentre i livelli di umidità dovrebbero restare tra 40% e 60% in tutti i locali.

Allo stesso modo, sebbene igienizzare e disinfettare aiuti a ridurre o abbattere la carica microbica sulle superfici, molti prodotti per la pulizia sono potenziali fonti di inquinamento indoor.

Un’elevata esposizione a questi inquinanti può avere effetti sul sistema respiratorio, provocare allergie e asma, o disturbi a livello del sistema immunitario.

 

Garantire aria di qualità anche ai tifosi 

Sono tanti i tifosi sportivi del calcio, del tennis, della pallavolo o di qualsiasi altra disciplina che non rinunciano all’emozione di seguire dal vivo una partita. Ed è così che puntualmente numerose persone si ritrovano a condividere lo stesso luogo e a respirare la stessa aria.  

Negli ultimi anni le community dei tifosi hanno ideato soluzioni per rimanere connessi e per rendere ancora più stimolante lo svolgimento della partita. Si tratta dell’Area Hospitality, ormai diventata una consuetudine ad ogni evento che abbraccia il settore business e quello dell’intrattenimento.

In questo modo i tifosi più fedeli si ritrovano in zone privilegiate in cui potranno seguire la partita e interfacciarsi con gli sponsor.

Seguire una partita e vedere giocare i nostri beniamini sportivi è un’esperienza unica che però deve necessariamente includere anche una buona qualità dell’aria.

L’aria che respiriamo è satura di inquinanti che non vediamo e non percepiamo.

Gli inquinanti presenti nell’aria rilasciati dalle attività sia naturali che antropiche possono anche derivare dai materiali di costruzione e arredo.

Se un edificio è stato costruito con cattivi materiali o si colloca in una zona in cui c’è alta concentrazione di inquinanti, come il radon, i rischi correlati sono elevatissimi.

Purtroppo accade spesso che lo svolgimento degli allenamenti così come quello delle partite avvenga in luoghi con queste caratteristiche: edifici datati in cui non sono mai state effettuate misurazioni per rilevare la qualità dell’aria che si respira al suo interno. 

Tra gli effetti che questa condizione comporta rientra la Sindrome da Edificio Malato che comprende una serie di sintomi che si manifestano in un elevato numero di persone che si ritrovano a condividere lo stesso spazio in cui si respira aria malsana.

I sintomi, più o meno gravi, si attenuano una volta che ci si allontana dal luogo inquinato. Ma se successivamente ci si fa ritorno, i tempi di guarigione saranno più lunghi e più complessi. 

Le sostanze nocive che si nascondono nell’aria come gas, microparticelle, polveri sottili ci mettono di fronte a rischi notevoli per la nostra salute: patologie respiratorie che possono portare al cancro o a ostruzioni, infiammazioni e malattie cardiache con conseguenti ictus, ischemie e infarti.

Il primo passo da compiere per prevenire tutte queste problematiche o per agire immediatamente in caso di criticità è quello di conoscere la qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno attraverso un monitoraggio costante dei principali inquinanti.

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