Asma, infezioni acute delle basse vie respiratorie, obesità, otite, fino ad arrivare – nei casi più gravi – allo sviluppo di tumori infantili, quali leucemie e retinoblastomi. Sono alcune degli effetti generati nei bambini da un’alta esposizione all’inquinamento atmosferico outdoor e indoor. Al tema è dedicato un documento dal titolo “Air pollution and child health: prescribing clean air” pubblicato dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) nell’ottobre del 2018. Il rapporto, dopo aver passato in rassegna le principali casistiche legate all’inquinamento outdoor, pone particolare rilievo sulle forme di inquinamento indoor, di cui il Radon – un gas incolore e inodore che si diffonde dal suolo all’interno delle abitazioni liberandosi da microfratture o aperture nelle fondamenta – è uno dei principali responsabili.
“Un’ampia letteratura scientifica – riferisce Epicentro (il portale per l’epidemiologia per la sanità pubblica a cura dell’ISS) - evidenzia la maggior vulnerabilità dei bambini all’inquinamento atmosferico outdoor e indoor rispetto agli adulti. I bambini sperimentano infatti livelli di esposizione più elevati degli adulti in quanto hanno ad esempio un maggior rapporto superficie/volume, attività metaboliche e tassi respiratori più elevati, tessuti e organi con elevata attività di replicazione cellulare, immaturità di tessuti, organi e sistemi (metabolico, immunitario, nervoso, riproduttivo). Anche le stime Oms sull’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute infantile sono ben documentate, e assegnano alle esposizioni ad inquinamento dell’aria in ambienti outdoor e indoor circa 700.000 morti premature per i bambini al di sotto i 5 anni”.
Inoltre “occorre sottolineare che le esposizioni in età infantile, oltre a determinare effetti misurabili nel bambino stesso, si proiettano anche negli anni successivi rendendo l’individuo più vulnerabile durante tutto il suo percorso di vita. L’attuazione di azioni di prevenzione adottate durante la fase critica infantile-adolescenziale possono quindi produrre immensi benefici per la salute pubblica in termini di riduzione del carico di patologie e costi sanitari”.
Ecco perché diventa importare mettere in campo azioni per limitare gli effetti dell’inquinamento indoor: “eliminare le esposizioni al fumo passivo indoor; porre un’attenzione maggiore alla scelta, alla qualità e al contenuto emissivo delle fonti di inquinamento indoor di case, scuole, palestre, aree di aggregazione, ecc. dovute ai materiali da costruzione e arredo; fare attenzione alle emissioni dovute alle diverse combustioni indoor (camini, stufe, cottura dei cibi, bastoncini d’incenso, profumatori, ecc) e ai prodotti per l'igiene domestica e personale, che contengano sostanze potenzialmente dannose per la salute”.
Quello dell’insorgenza di tumori infantili è, d’altra parte, un tema che non può essere sottovalutato, specialmente nel nostro Paese. L’Italia, infatti, spiega la SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale), “detiene la maglia nera in Europa per quanto riguarda l’incidenza di malattie oncologiche in età pediatrica. È quanto emerge da uno studio condotto in 62 Paesi dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), in collaborazione con l’Associazione Internazionale dei Registri del Cancro e pubblicato nel 2017 su “Lancet Oncology” 1 . La maggiore incidenza di tumori si registra nei bambini tra 0 e 14 anni e negli adolescenti tra i 15 e i 19 anni nell’area del Sud Europa che comprende, oltre all’Italia, Cipro, Malta, Croazia, Spagna e Portogallo”. “Il radon è un pericolo invisibile per la salute e un tema poco trattato, nonostante l’esposizione al gas presente nell’aria rappresenti il principale fattore di rischio di tumore polmonare dopo il fumo da sigaretta”, aggiunge Antonio Federico, già Segretario della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati. “Dobbiamo dotare ogni Regione di un piano di monitoraggio capillare sulle radiazioni da radon, proprio perché la fase di monitoraggio è centrale e c’è tanto da fare. La nuova direttiva europea migliora i livelli di sicurezza italiani ma non rispetta quelli richiesti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”.
Fonti:
https://www.epicentro.iss.it/ambiente/inquinamento-atmosferico-salute-bambini
https://www.cnr.it/it/intervento-presidente/allegato/1485