Chiusi tra le mura domestiche, ci sentiamo al sicuro. Siamo abituati a pensare all’inquinamento come a qualcosa generato dai gas di scarico delle macchine, dalle polveri sottili e dalle ciminiere delle fabbriche. Abbiamo nella mente l’immagine dei popoli orientali costretti a girare per strada con la mascherina. Ma quello esterno non è il solo tipo di inquinamento esistente. Esiste anche una forma di inquinamento indoor altrettanto pericolosa per la nostra salute. Contaminati fisici, chimici e biologici possono concorrere ad incrementare il grado di insalubrità di uno spazio confinato, come un appartamento, un ufficio, oppure una scuola e un ospedale. Non dobbiamo infatti dimenticare che trascorriamo tra l’80 e il 90% del nostro tempo all’interno di spazi chiusi: è qui che dormiamo, lavoriamo e condividiamo momenti insieme alla nostra famiglia. Per questo motivo diventa di fondamentale importanza monitorare la qualità dell’aria all’interno di questi stessi spazi. Non a caso la comunità scientifica internazionale negli ultimi anni si è occupata spesso della contaminazione ambientali in luoghi chiusi, individuando i principali disturbi legati a questo tipo di fenomeno. Tra questi possiamo trovare l’irritazione agli occhi, il mal di testa, nausea, torpore, sonnolenza.
Ma quali sono le sostanze nocive che ricorrono con maggiore frequenza negli spazi della nostra quotidianità?
Di seguito proviamo a fornire un breve elenco dei principali agenti inquinanti indoor indicati dal Ministero della Salute:
1) Materiali da costruzione e isolanti
2) Materiali di rivestimento e moquette
3) Processi di combustione a gas/carbone per riscaldare e cucinare
4) Arredi
5) Liquidi e prodotti per la pulizia
6) Impianti di condizionamento
7) Polvere
Una particolare categoria, messa in grande risalto dal Ministero della Salute, è quella delle sorgenti naturali, come lave, tufi e graniti, la cui presenza è associata a quella del gas Radon. Questo gas – che pure è presente in alcuni materiali di costruzione ed è la seconda causa di tumore al polmone (con 3mila decessi all’anno solo in Italia - deriva dal naturale processo di degradazione dell’uranio, presente nella crosta terrestre in varie concentrazioni e in particolare nei terreni di origine vulcanica, dato che si forma negli strati magmatici intrusivi ed effusivi del terreno per via del decadimento dell’isotopo 238, contenuto proprio nell’uranio. Il Radon riesce infatti a penetrare negli edifici attraverso le fondamenta, provocando un inquinamento dell’aria all’interno degli spazi abitativi. L’esposizione al gas Radon varia a seconda del diverso substrato geologico e della regione geografica. Tutti siamo a contatto con il gas, poiché è naturalmente presente nel suolo, nelle rocce, nelle falde acquifere, e dalla crosta terrestre risale accumulandosi nelle abitazioni. Coloro che vivono in case poco ventilate o nei seminterrati, quindi, sono molto a rischio. Ciò varia a seconda della presenza di uranio e radio nel suolo, della permeabilità del suolo, dei materiali di costruzione e delle tecniche costruttive. Un particolare fenomeno legato al Radon è il cosiddetto effetto camino, dovuto alla differenza di temperatura tra esterno e interno della casa: cioè genera una differenza di pressione, in virtù della quale l’aria fredda contenente Radon viene risucchiata all’interno.