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Settembre: il ritorno alla routine e all’inquinamento indoor

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L’inquinamento dell’aria non esiste solo all’esterno

 

Formule scientifiche
Quando si parla di inquinamento, i pensieri vanno subito alle ciminiere delle fabbriche e ai tubi di scappamento degli autoveicoli, ma la realtà è che molto spesso le concentrazioni di inquinanti sono maggiori all’interno, negli ambienti chiusi. Quelli dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, cioè case, scuole, luoghi di lavoro.

 Il problema ha un nome noto – inquinamento indoor – e le sue conseguenze, in termini di salute, possono essere molto gravi: l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) stima che l’esposizione ad ambienti chiusi inquinati è responsabile di circa 4 milioni di morti l’anno in tutto il mondo, oltre all’insorgenza di una serie di sintomi e disturbi tra cui dermatiti, fastidi agli occhi e alla gola, tosse, mal di testa, spossatezza, nausea, che nel complesso prendono il nome di “sindrome dell’edificio malato”. 

Le sostanze responsabili sono principalmente composti organici volatili, particolato e radon; i primi due derivano per lo più dalla combustione (impianti di riscaldamento e cottura dei cibi), dai prodotti usati per la pulizia, dai deodoranti usati per profumare gli ambienti, da vernici e truciolato dei mobili e, nel caso del radon, dalle emissioni naturali del sottosuolo. 

La questione è nota da tempo alla comunità scientifica, e sono ormai tanti gli studi che hanno cercato di valutare e quantificare gli effetti dell’esposizione all’inquinamento indoor: ultimo in ordine di tempo, un lavoro recentemente pubblicato dagli esperti della Texas A&M University School of Public Health sulla rivista Atmosphere, che ribadisce la pericolosità del respirare aria malsana in ambienti chiusi, il che considerando che sono quelli in cui trascorriamo la maggior parte delle nostre giornate, diventa un problema particolarmente urgente.

Quali sono i fattori che contribuiscono all’inquinamento indoor?

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L’inquinamento indoor è un tema di crescente rilevanza, soprattutto con l’avvicinarsi dell’autunno e dell’inverno, quando tendiamo a trascorrere più tempo in ambienti chiusi.

A settembre, sono noti diversi fattori che contribuiscono all’inquinamento indoor, tra cui l’aumento dell’uso di riscaldamento e della cottura dei cibi, che possono emettere particelle inquinanti nell’aria; l’umidità che può aumentare a causa delle piogge autunnali favorendo la crescita di muffe e funghi che possono compromettere la qualità dell’aria;e sostanze chimiche (VOC) derivanti  dall’uso di prodotti per la pulizia, vernici o ristrutturazioni Ventilazione scarsa: Con le finestre chiuse per il freddo, la ventilazione può risultare insufficiente, riducendo l’apporto di aria fresca.

Le soluzioni Radoff

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Monitorare e gestire l’inquinamento indoor è fondamentale per la salute e il benessere, specialmente con l’arrivo della stagione più fredda.

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