Arieggiare non è la soluzione per respirare aria salubre
Cosa succede quando l’aria esterna incontra quella interna
Uno studio effettuato da ricercatori americani mette in luce il fatto che, in condizioni climatiche elevate (temperature molte alte o eccessivamente rigide), l’aria che facciamo entrare nelle nostre case dall’esterno provoca una reazione chimica molto pericolosa per la nostra salute.
Finora abbiamo sempre ritenuto che aprire le finestre fosse una buona abitudine ma dovremmo fare un passo indietro se vogliamo tutelare il nostro benessere.
Quando apriamo le finestre il nostro intento è quello di fare uscire l’aria malsana per ricambiarla con quella ”nuova” dell’esterno. Ma ciò che potrebbe accadere è l’ingresso di particelle nocive che, unendosi all’aria indoor, formano un agglomerato rischioso per gli occupanti che lo respirano.
Lo studio effettuato dalla Missouri University of Science and Technology
Uno studio su questa problematica è stato commissionato dall’Environmental Protection Agency (EPA) alla Missouri University of Science and Technology. Il progetto intitolato “Esposizione agli inquinanti indoor associati alla chimica ossidativa: studi sul campo e comportamento all’apertura delle finestre” analizza la relazione che può esserci fra l’immissione di aria esterna e il verificarsi di reazioni chimiche.
“Avere una finestra aperta incide sul tasso di ricambio dell’aria e l’aria esterna altera la composizione di quella interna”– spiega Glenn Morrison, professore di ingegneria ambientale a capo della ricerca – “Quando le sostanze chimiche entrano ed hanno una reazione chimica all’interno dell’abitazione, si crea un fenomeno inquinante molto complesso.”
Umidità e dispendio energetico
Aprire le finestre apporta benessere perché in questo modo possiamo ossigenare gli ambienti carichi di anidride carbonica e di altri contaminanti e far uscire eventuali cattivi odori.
Ma se arieggiamo troppo, soprattutto con temperature estreme, il rischio è quello di ritrovarsi in un ambiente con eccessiva umidità la quale, oltre a provocare danni visibili sulle pareti e sui mobili, può causare la proliferazione di muffe e batteri dannosi per la nostra salute.
Alcune specie di muffe possono liberare sostanze tossiche dannose per l’uomo, in particolare per i bambini e gli anziani.
Inoltre, dobbiamo fare i conti anche con lo spreco di energia che è inevitabile nel momento in cui siamo in presenza di uno smisurato sbalzo termico.
In estate, se abbiamo il condizionatore acceso e facciamo entrare aria molto più calda rispetto a quella indoor, il nostro impianto dovrà consumare molta più energia per mantenere la sua temperatura.
La stessa cosa accade nella stagione invernale quando facciamo entrare aria fredda e rigida in un ambiente caldo.
L’apertura a ribalta non è la soluzione: può limitare lo spreco, ma non lo eliminerà.
Cosa fare?
Arieggiare correttamente la casa non vuol dire tenere sempre aperte le finestre: questo potrebbe causare inutili dispersioni di energia e la necessità di dover adeguare costantemente il nostro impianto alla temperatura outdoor. L’ideale sarebbe aprire ogni mattina tutte le finestre per 10 minuti per avere un ricambio d’aria senza creare eccessivi sbalzi di temperatura.
Dopo che ci siamo dedicati ad alcune delle attività domestiche come la cottura di cibi oppure dopo aver fatto la doccia, se vogliamo evitare che l’umidità si trasmetta anche negli ambienti adiacenti è meglio non aprire la porta che si affaccia sulle altre stanze, ma aprire, se possibile, le finestre esterne per qualche minuto.
Primo passo: monitorare il valore dell’umidità e della temperatura
Per garantire un clima costante e una buona qualità dell’aria l’umidità dovrebbe mantenersi tra il 40% e il 60%.
Un tasso di umidità troppo elevato diventa pericoloso perché quest’ultima si adagia sulle pareti creando spore di muffa che possono causare, a lungo termine, infezioni respiratorie, reazioni allergiche e attacchi di asma.
Umidità e temperatura vanno di pari passo, motivo per cui non dobbiamo dimenticarci di tenere sempre sotto controllo entrambi i parametri.
Con l’aumento della temperatura accresce anche l’umidità e di conseguenza si eleva il rilascio nell’aria di sostanze chimiche.
Mantenere la giusta temperatura negli ambienti assicura la tutela della salute e contribuisce alla riduzione dell’inquinamento ambientale.
In uno stile di vita che vede sempre più da vicino il concetto di ecosostenibilità è necessario prestare attenzione anche alle temperature negli spazi domestici e lavorativi.
Monitorare umidità e temperatura però non basta per essere sicuri di respirare aria salubre perchè dobbiamo fare i conti con anche con gli inquinanti che si annidano tra le mura domestiche.
Contaminanti indoor presenti nelle nostre case
Gas Radon
Il radon è il più pericoloso tra i contaminanti indoor.
Si tratta di un gas nobile radioattivo di origine naturale che si genera spontaneamente e in piccole quantità nel sottosuolo e nelle rocce per poi diffondersi nell’atmosfera.
Nel momento in cui si disperde può subentrare all’interno degli edifici comportando gravi rischi per gli occupanti che lo respirano.
L’inalazione di gas Radon negli ambienti indoor infatti, può innescare mutazioni genetiche che talvolta degenerano in tumori e leucemie.
Come tutti i gas nobili, è incolore e inodore, quindi difficile da rilevare.
E’ stato classificato come cancerogeno di grado 1 per l’uomo (il livello più alto) dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La concentrazione di radon non è costante ma varia nel tempo perché è influenzata da altri fattori ambientali; muta dal giorno alla notte, in base alle stagioni e in relazione all’umidità.
Per questo è importante misurarlo e controllarlo costantemente.
Polveri Sottili
Le polveri sottili sono talmente fini che possono rimanere in sospeso ed essere respirate senza che ce ne accorgiamo.
Disperdendosi nell’aria sono in grado di assorbire gas e vapori tossici aumentando le concentrazioni di gas inquinanti che raggiungono le zone polmonari trasportate dalle particelle PM10 e PM2.5.
Legandosi al gas radon presente nell’aria creano una combinazione che ne aumenta la pericolosità in maniera esponenziale.
Studi scientifici internazionali hanno evidenziato che le polveri sottili possono agevolare la trasmissione dei virus accelerando le epidemie virali.
Componenti Organici Volatili COV
Sono una delle principali cause di inquinamento indoor.
Si tratta di composti chimici capaci di volatilizzarsi, ovvero di evaporare facilmente nell’aria.
Le fonti di inquinamento di COV negli ambienti indoor sono molteplici: prodotti cosmetici, dispositivi di riscaldamento, materiale di pulizia, fumo di sigaretta ecc.
E’ importante prestare attenzione a questi inquinanti perché agiscono negativamente sulla salute dell’essere umano nel momento in cui li respiriamo.
Questo rischio può essere prevenuto grazie al monitoraggio dell’aria indoor.
Anidride carbonica
La CO2 (anidride carbonica o biossido di carbonio) è un gas inodore e incolore presente in atmosfera in concentrazioni limitate.
Oltre ad essere un gas responsabile del riscaldamento globale, è un gas che incide anche nelle problematiche relative alla qualità dell’aria negli spazi chiusi.
Con l’aumentare dei livelli di CO2 in uno spazio chiuso diminuiscono le capacità cognitive delle persone che lavorano o vivono in tali ambienti.
L’aumento dei livelli di CO2 nell’ambiente può portare danni alle vie respiratorie.
Per questo è importante assicurarsi che l’aria che respiriamo negli spazi indoor sia priva di COV e CO2.