AQI (Air Quality Index): che cos’è e come si misura
Com’è la qualità dell’aria che respiri?
L’AQI (Air Quality Index) è uno strumento che indica quanto è inquinata la qualità dell’aria che si sta respirando in un determinato luogo. E’ calcolato sulla base delle concentrazioni di diversi inquinanti atmosferici che possono comportare effetti nocivi sulla salute umana.
L’AQI traduce le misurazioni delle concentrazioni di questi inquinanti in una scala che va da 0 a 500.
Da 0 a 50 la qualità dell’aria è considerata ottima; da 51 a 110 è buona; da 101 a 150 è nella media; da 151 a 200 è scarsa; da 201 a 300 è pessima; oltre 301 è pericolosa.
Impatti sulla salute
Un’ottima qualità dell’aria è considerata soddisfacente e l’inquinamento atmosferico rappresenta un rischio minimo quasi nullo.
Una qualità dell’aria buona non rappresenta un campanello d’allarme ma alcuni inquinanti potrebbero comunque diventare un problema per persone particolarmente sensibili all’inquinamento atmosferico.
Una qualità dell’aria nella media potrebbe già comportare effetti sulla salute nei soggetti più fragili. In generale, la maggior parte del pubblico molto probabilmente non ne risentirà in alcun modo.
Una qualità dell’aria scarsa può influenzare negativamente la salute di chiunque; i soggetti più vulnerabili possono sperimentare effetti più gravi.
Una qualità dell’aria pessima colpisce con altissime probabilità tutta la popolazione. E’ necessario intervenire migliorando la qualità dell’aria che si respira.
Una qualità dell’aria pericolosa colpisce chiunque e ogni individuo rischia seri effetti sulla salute. E’ necessario intervenire tempestivamente migliorando la qualità dell’aria che si respira.
Il calcolo dell’AQI di Radoff
Il valore dell’AQI di Radoff (Rn, PM1, PM2.5, PM10, VOC, CO2) varia da 0 a 5 ed è suddiviso in cinque intervalli: da 0 a 1 è ottimo; da 1 a 2 è buono; da 2 a 3 è medio; da 3 a 4 è scarso; da 4 a 5 è pessimo. Per quanto riguarda i valori di temperatura e umidità relativa, la classificazione è suddivisa in tre intervalli: basso, buono e alto.
Il calcolo dell’AQI di Radoff si basa sulle misurazioni di tutti i parametri sopracitati: radon (Rn), particolato di dimensioni diverse (PM1, PM2.5 e PM10), composti organici volatili (VOC), anidride carbonica (CO2), temperatura (T) e umidità relativa (RH).
Inizialmente il calcolo dell’AQI avveniva attraverso due fasi: la prima comprendeva il calcolo dell’indice basato sui parametri Rn, PM1, PM2.5, PM10, VOC e CO2; mentre la seconda comprendeva il calcolo dell’indice basato sui parametri T e RH. Nella prima fase, viene considerato solo il valore più alto tra PM1, PM2.5, PM10. Nella seconda fase, viene applicato un fattore di correzione (+0.4) al valore dell’AQI nel caso in cui la temperatura (T) o l’umidità relativa (RH) si discostano dall’intervallo di comfort per gli esseri umani (T ≠ 1, RH ≠ 1).
Successivamente invece abbiamo deciso di calcolare l’AQI mantenendo la struttura di 2 fasi, scegliendo il maggiore valore di PM ma togliendo i diversi aggiustamenti e semplificando le regole.
Attualmente, l’AQI rappresenta un indicatore della qualità dell’aria, espresso come un indice che aggrega le misurazioni dei sensori. L’AQI non si conforma ad una misura standard e di conseguenza, può essere rappresentato in diverse forme. Pertanto, non esiste una rappresentazione oggettiva dell’AQI, ma piuttosto rappresentazioni che si adattano meglio ai requisiti specifici dell’applicazione. La valutazione di quale sia il più adatto deriva da una complessa analisi qualitativa degli indici.
Anche adottando un approccio pessimistico nei confronti delle particelle sospese (PM), il calcolo dell’AQI tiene conto della peggior classificazione delle PM e gestisce (T, RH) con la medesima strategia ovvero applicando il ajustmentStep nel caso di T ≠ 1, RH ≠ 1.
La differenza tra questo AQI e quello precedente risiede nelle regole di calcolo e nel fatto che viene considerata anche la criticità del radon e della relazione tra quest’ultimo e le PM.
Una visione d’insieme
La cattiva qualità dell’aria può avere effetti negativi sulla salute di tutti, non solo su chi ha condizioni preesistenti. Può contribuire a problemi respiratori, malattie cardiovascolari e altre condizioni di salute a lungo termine. Anche le persone senza allergie o asma possono sviluppare tosse, irritazione della gola e problemi respiratori più gravi.
Un’esposizione prolungata a inquinanti può contribuire allo sviluppo di malattie croniche, come malattie polmonari e cancro. Tutti gli individui sono a rischio, ma tra i soggetti più fragili rientrano i bambini poichè i loro polmoni sono ancora in fase di sviluppo, gli anziani in quanto hanno un sistema immunitario più deboli e le donne incinte perché l’inquinamento dell’aria può influire anche sulla salute del feto.